Ho letto un roboante proclama riguardante una delibera di giunta sulla riforestazione urbana e già
mi vedevo all’interno della foresta di Sherwood con San Bovio trasformato nella contea di Nottingham.
Ho creduto fosse firmato da Robin Wood e l’allegra brigata.
Invece è l’ennesima trovata dello Sceriffo che impegna una goccia dei soldi pubblici per dare un tocco di maquillage
all’immagine verde dell’amministrazione gravemente compromessa dalla scelta del muro contro
muro.
Vedremo come andrà a finire la politica dell’incertezza programmata e del sistematico
rimando delle decisioni ad un futuro sempre prossimo e mai imminente.
Ma quale futuro? Sempre quello prossimo!
Questa è l’ultima volta che il conformista scriverà. Dopo lo faranno altri amici, ma io ritengo di avere esaurito la funzione di ragionamento e spiegazione sulle vicende di Peschiera Borromeo che mi ero prefisso in origine. Mi sembra che il quadro si sia delineato piuttosto chiaramente per chi lo voglia vedere e credo sia venuto il momento di dare una interpretazione a numeri ed avvenimenti.
La campagna elettorale è iniziata viziata da un gravissimo errore di valutazione da parte delle due coalizioni che tradizionalmente si contendono la carica di sindaco: sia il movimento 5 stelle sia gli scappati di casa ed i loro alleati non potevano competere con le corazzate con le insegne di partito. Con una punta di snobismo il vate ed i suoi adepti guardavano l’onda che da lontano sembrava piccola e gestibile. Ma a mano a mano che si avvicinava, l’onda assumeva proporzioni sempre più allarmanti ed allora dall’indifferenza si è passati all’attacco altezzoso e a giudizi di inadeguatezza e inaffidabilità. Infine quando ormai era troppo tardi si è compreso il vero pericolo e cioè che al ballottaggio sarebbe potuta arrivare la nave corsara dei senza patria. Da mesi vado spiegando a tutti che quello era il vero problema, perchè il PD sapeva bene che in un eventuale ballottaggio con Caterina Molinari i voti del primo turno rappresentavano il massimo risultato ottenibile. Mentre Caterina avrebbe inevitabilmente attratto parte dei voti degli altri contendenti. Bisogna anche riconoscere che i fini strateghi hanno perso completamente la trebisonda facendo errori da principiante (suppongo sia stato scuoiato chi ha regalato almeno 700 voti alla lista con i colori e le scritte della campagna per il sindaco, relegando il PD al secondo posto tra le forze cittadine). Grande è stato lo sconforto quando dalle urne è uscito un verdetto che non lasciava scampo sulla base del ragionamento sopra esposto. Recuperare 500 voti era praticamente impossibile. A quel punto l’unica cosa da fare era intorbidare le acque con accuse con tanto di foto su pupari e padrini, una vergognosa campagna di falsità che ha disgustato gli elettori neutrali. A dar loro manforte gli altrettanto abili strateghi del centrodestra forzista, maldestri come elefanti in un negozio di cristalli. Risultato. Zambon ha guadagnato circa 200 voti, la Molinari oltre 2.400 un po’ come se l’elettorato della Bruschi avesse votato compatto per lei!Curiosità : il risultato in termini numerici e percentuali ricalca quello dello scorso ballottaggio con Zambon perdente e circa 3.000 voti in meno, dimezzato. Continuo a sperare che gli sconfitti continuino a giudicare le liste civiche sempre con i medesimi criteri, nel frattempo il buon governo del Bene Comune e la trasparente comunicazione con i cittadini ci porterà tra cinque anni a sottoporci nuovamente al giudizio delle urne certi di rinnovare lo stesso successo di oggi. Grazie agli elettori che hanno dimostrato di saper ragionare con la propria testa e che il voto non è proprietà di nessuno, ma solo di chi va a votare.
Di norma quando si ottiene un risultato importante, per il quale si è lavorato molto, un risultato quasi insperato, si ringraziano tutte le persone che hanno contribuito al raggiungimento dell’obiettivo. Si comincia da quelli a te più vicini, si continua con quelli che hai convinto nel tuo percorso e generalmente si conclude con tutti quelli che non conosci ma ti hanno creduto. Ma queste persone sono il progetto, sono individui in carne ed ossa che si sono ritrovati nelle tue parole, nel tuo volto, nella tua determinazione, sono i portatori di un entusiasmo che ha fatto nascere il fenomeno “Caterina Molinari”, lo tsunami politico delle elezioni comunali della scorsa domenica. Gli elettori sono stati convinti dalla freschezza della sua proposta, dalla sua forza tranquilla, dai toni pacati ma fermi. Da molto tempo mancava una speranza concreta, la reale possibilità di porre fine a Peschiera ad una consuetudine di falsi ricambi, di continui trasformismi, di sistematici cambi di casacca all’insegna del proprio tornaconto personale. La signora Molinari ha messo fine a tutto questo, ha detto basta da apprezzato assessore ed ha messo le sue energie e la sua faccia sulla richiesta di cambiamento. Come un capitano di ventura ha riunito sotto le sue insegne le forze non compromesse della società civile e con pochissimi mezzi e molte idee è partita alla conquista di un sogno. Sulla sua strada ha incontrato molti che si sono uniti a lei e che le hanno consentito di arrivare fino alle mura della città da conquistare. Il messaggio ormai è chiaro. SI PUO’ FARE! Abbiamo bisogno di dare l’ultima spallata alla porta chiusa. Io invece devo personalmente ringraziare gli altri, quelli che ci hanno criticato aspramente, quelli che ci hanno definito in mille modi spesso offensivi e contraddittori, quelli che di fronte al fenomeno nuovo hanno continuato ad interpretarlo con i vecchi parametri, quelli che hanno disperatamente cercato chi c’era dietro, e non trovando nessuno hanno lanciato sospetti malevoli, quelli che non sono riusciti a comprendere quanta responsabilità ci fosse dietro agli “irresponsabili”. Le loro vuote minacce hanno compattato questo gruppo, rendendolo più unito e più forte . Ancora grazie, perché ogni critica ingiusta sempre più ci ha convinti di essere dalla parte della ragione. E credo che un grazie al candidato sindaco Caterina, come ormai viene chiamata familiarmente da tutti, lo debbano anche quelli che non sono andati a votare, i delusi dalla politica che non tiene in considerazione il cittadino. Domenica 19 giugno avete la possibilità di tornare ad essere protagonisti, unitevi alle proposte di Caterina, sforzatevi di superare la disillusione che avete maturato in anni di continue promesse non mantenute e andate a dare il vostro contributo perché il cambiamento deve essere colto al volo. SI PUO’ FARE!
L’enorme macigno di Bellaria come un asteroide ricade con enorme fragore nello stagno della campagna elettorale della nostra cittadina. Quando ormai ci si preparava ai rituali inviti al voto ecco che ritorniamo alla ribalta della stampa nazionale cose sapute e risapute ma con alcune importanti e sconcertanti verità. Ed anche qualche novità: il documento citato nell’articolo è stato protocollato in comune con oltre un anno di ritardo, alla vigilia della caduta del sindaco, che in una dichiarazione sostiene di non saperne nulla e che bisogna rivolgersi agli uffici competenti. E questo io non lo interpreto come capacità di assumersi le proprie responsabilità. In ogni caso arriva l’autorevole conferma che il P.I.I. di Bellaria è stato approvato in violazione della normativa di riferimento con una operazione illegittima. Per i deboli di memoria vogliamo ricordare che all’epoca tutta questa operazione complessa ebbe l’avallo degli allora rappresentanti di Forza Italia in Consiglio Comunale . E di fronte a queste enormi somme di denaro che vengono snocciolate si capisce il livello di connivenze che si sono realizzate per arrivare ad un risultato così rilevante. E guarda caso entra in scena anche una società plurindagata coinvolta in vicende riguardanti la Fininvest, come riporta l’articolo. Un caso? Forse. Certo genera un grande sgomento che, quelle che sembravano chiacchiere e maldicenze da bar, trovino preciso riscontro in un decreto di archiviazione della Procura della Repubblica. Resta comunque un’inchiesta che lascia un lucido spaccato dei recenti trascorsi politici locali. Solo la prescrizione ha salvato i protagonisti di tutta la vicenda. Quindi per quanto ci riguarda non sono assolti, ma saranno per sempre coinvolti. Concludo con due domande a tutti i miei concittadini . Credete che i partiti, sia a livello locale, sia a più alto livello, considerate le cifre enormi siano esenti da colpe? Non vi spaventa la possibilità con il vostro voto di rimettere ai posti di comando il Sindaco che ha nascosto questo documento, l’Assessore all’ambiente responsabile dello scempio, il consulente fortemente interessato del Sindaco, con la collaborazione del tecnico che ha firmato atti in contrasto con la normativa? Andate al voto consapevoli di questo e date ascolto alla vostra coscienza, per chi ne ha ancora una.
Questo è l’articolo originale da Il Fatto Quotidiano del 2 Giugno 2016
Il dubbio è arrivato all’improvviso senza sintomi precedenti. Come quando ti sembra di avvertire l’odore del gas. Prima annusi una seconda volta per capire se per caso ti sbagli oppure sia una suggestione passeggera. Poi rassicurato dalla conferma cerchi di capire da che parte arrivi per cercarne l’origine e intervenire. Ecco negli ultimi giorni di campagna elettorale avverto in misura crescente un vago senso di verdinismo locale. Sicuramente sono io particolarmente sensibile e sospettoso, vista la tradizione peschierese. Il cambiare posizione e schieramento repentinamente è una malattia tipica della fauna politica autoctona e quindi bisogna riconoscerne al volo i sintomi, poiché quando si manifesta è già troppo tardi ed il cambiamento irreversibile. Si devono contrastare i parvenù della politica, quelli che non rispondono a direttive “dall’alto”, quelli che non si piegano alla logica del falso realismo, proprio perché sanno bene in che realtà viviamo. Ed allora se viene messo in pericolo il quadro rassicurante di una finta alternanza, della spartizione delle poltrone, ecco che con una botta di fallettismo si può rimettere tutto in carreggiata. E i tuoi alleati? Quelli che ti sostengono magari mugugnado un po’, perché non del tutto convinti, quelli già delusi dal metodo Falletta? Quelli che a Roma hai scaricato a combattere da soli? Se ne faranno una ragione, d’altra parte la politica è l’arte del possibile, non esiste nulla di certo, siamo italiani, pronipoti di Machiavelli! E allora se la “politica” è questo rituale privo di contenuti e denso di interessi, sono contento di non farne parte. Voglio l’entusiasmo del cambiamento, voglio l’energia di chi spariglia i tavoli del confronto, voglio la forza di chi caccia i mercanti dal tempio, senza compromessi. Lascio a chi si lamenta sempre e mai prova a cambiare, lascio a chi non si lamenta mai e sempre subisce, la loro cupa rassegnazione. Provare a cambiare completamente registro è un dovere morale non più rimandabile.
E va bene la democrazia della rete, e va bene la pubblicazione senza filtri delle opinioni, e va bene che il dibattito è essenziale in democrazia , ma per cortesia basta con le lezioni di morale. E magari prima di emettere sentenze definitive cercare di rileggere quanto si è scritto con un minimo di autocritica e di verifica culturale. Sono incredibili questi moralisti senza alcuna morale, che hanno cambiato più idee che scarpe, i campioni del trasformismo politico che a Peschiera assume le vette della commedia dell’arte, che accusano di incoerenza tutti gli altri, che ti spiegano quello che dovresti fare tu, ma non ti dicono quello che faranno loro. E che ti imputano di usare contemporaneamente nella tua azione politica la demagogia, termine antico come la democrazia e che significa promettere il falso per ottenere il consenso ( prassi comune nelle campagne elettorali locali insieme alla menzogna sulle proprie responsabilità, generalmente accollandole agli altri) ed il populismo termine molto più recente che indica la tendenza a far valere ed esaltare l’opinione del popolo, usandolo come termine dispregiativo nei confronti di chi promuove una richiesta di maggiore democrazia diretta e di coinvolgimento dei cittadini. Insomma generalmente in questi casi il bue dice cornuto all’asino. L’ex sindaco è passato dal mantra 2014 “banda larga” (qualcuno se lo ricorda?) al nuovo slogan del 2016 “qualunque problema lo avevamo risolto, ma purtroppo…..” puntando l’indice accusatorio sui ribelli che lui aveva sfidato a sfiduciarlo e che lo hanno defenestrato. Ecco per intenderci questa ultima affermazione virgolettata è un lampante esempio di demagogia. E vorrei capire quale grave atto è stato l’avere dichiarato la propria giunta prima dello scrutinio elettorale. Ogni candidato sindaco lo può fare. Ma bisogna avere il coraggio e la capacità politica. Chiunque lo farà dopo di noi avrà il nostro plauso incondizionato. Questo è il nostro guanto di sfida!